Manuducà, ridente paesino della provincia di Catanzaro, è famoso per i suoi allevamenti di capra da arrampicata, per la chiesetta romanica della Vara Cingolata, e per la fabbrica dei fratelli Tricarico (pallettoni e mirini). All'angolo tra il Municipio e l'abbeveratoio comunale, in un bell'edificio di fine '800, Concetta, ex proprietara di lupanare, ha aperto il ristorante
U' manciumi da' sumpessera (letteralmente, "la benedizione del palato" - o forse no?), nel quale serve piatti della tradizione della zona.

Inizio il pranzo verso le 14 con un fantastico
zimbatò di cucuzza, pipi e patati, condito con abbondante olio extra vergine di oliva del frantoio del benzinaio Zi' Micu e la tradizionale dose di peperoncino. Accompagno il tutto, gradevolmente urticante, con un
Platì rosso del '92 - ottimo aroma, con solo un leggero fondo di quelli che sembrano essere pallini di piombo. Passo ad una
pasta cu' sucu (450 grammi),
stoccu frittu (2 piatti), e
sasizza piccanti (3 rotoli). All'atto dell'ordinare il dolce, Concetta mi precede proponendomi un irrinunciabile
piatto misto di capocollo, soppressata e formaggio di pecura. Verso la settima fetta di soppressata, leggermente appesantito, suggerisco che preferirei lasciare il resto e chiudere con un caffè ed un digestivo.
Cala il silenzio e tutti mi guardano. Riprendo a masticare.
Concetta mi porta ancora, senza più rivolgermi la parola: una padella di
zippuli cu' stoccu, due piatti di
frittuli (interiora di maiale fritti nella sugna), e 40 centimetri di
'nduja. Frutta:
Zipangulu (mezzo). Dolce:
Nacatuli e per chiudere, una sgranocchiata ai tipici
mustazzola, provenienti dalla vicina cava di graniti della Val Mazzacani e materiale tradizionale per le costruzioni antisismiche.
Rotolo fuori dal ristorante verso le 22. Concetta non mi saluta, e prende i soldi con lo sguardo di chi ha patito una grave offesa.
Giudizio: da non perdere (ma tenetevi leggeri nel 5, 6 mesi precedenti)
Stavo letterlamente sbavando dal ridere.
RispondiEliminaIl problema e' che ero in ufficio...