domenica 17 maggio 2009

Rico (dintorni di Indiana, regione di Iquitos)

Immaginate la mia sopresa nello scoprire un foglio manoscritto in una edizione del 1977 della Guìa de las Hosterias del America del Sur, in cui un insigne accademico, mio collega alla Sorbona, descriveva con dovizia di particolari i favoleggiati Spidini di Tapiro della mitica Bodega Rico, e tracciava anche una grezza mappa di come raggiungerla.

L'avventura non mi spaventa: mi misi la fedora e, imbracciate frusta e forchetta, presi l'aereo per Iquitos, Perù. Da lì la strada si fece più complessa: 2 giorni di autobus e una navigazione fluviale di quasi 4 giorni, tra fastidiosi mosquitos non commestibili e versi lugubri della giungla mi portarono al villaggio di Santa Maria De Los Perros Calientes, dove cominciai la strada nella giungla a colpi di machete. Dopo alcuni giorni Fernando, uno dei nativi che mi faceva da guida, si fermò di botto, indicò una freccia piantata in un albero della gomma ed esclamò, terreo in volto: "Huevitos". Mi voltai a guardarmi intorno, e quando mi girai di nuovo, le guide erano sparite.

Non sono il tipo di uomo che si scoraggia, specialmente quando la posta in palio è una della pietanze più ricercate del mondo - brandendo il machete, continuai a farmi largo nella vegetazione. Giorni dopo, le mie fatiche vennero ripagate: un volto scavato nella pietra, ed un ingresso cavernoso, i favoleggiati segni dell'osteria Rico, che si snoda sottoterra. Leccandomi le labbra, evitai destramente una trappola per turisti e pagando con la moneta locale (un sacchetto di sabbia) afferrai i miei anelati spiedini di tapiro.

Mi stavo accingendo a mangiarli all'ombra di un albero della gomma, quando sentii la fredda canna di una pistola appoggiarmisi sul collo e una voce familiare dire: "credo che lei abbia qualcosa di mio, Dottor Pernod".

E fu così che la mia temuta nemesi, Monsieur Pastis, si impossessò degli spiedini, costringendomi ad una fuga rocambolesca ed ingloriosa che saranno (forse) soggetto di una recensione futura.

Giudizio: non pervenuto (ma comunque, non vale la fatica)

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